Stemma e Storia

Pagina dedicata allo Stemma e alla Storia del comune di Porto Viro

Con decreto del 21 novembre 1995 del Presidente della Repubblica Luigi Scalfaro vengono concessi al Comune di Porto Viro uno stemma ed un gonfalone così descritti:

STEMMA

Stemma del Comune di Porto Viro, con una corona, un leone e fronde verdi, conforme alle regole di accessibilità AGID.

Partito: nel PRIMO, di verde, alla banda ondata di azzurro, fluttuosa di argento; nel SECONDO, di rosso, al leone d’oro, allumato di rosso, linguato dello stesso, sormontato dalle lettere maiuscole C e D ordinate in fascia, d’oro. Ornamenti esteriori da Comune. Nel primo partito il verde rappresenta il territorio, la banda azzurra rappresenta la presenza del fiume che domina il territorio. Nel secondo partito il leone è il simbolo di fierezza e generosità delle sue genti sormontato dalle lettere romane C e D a perenne memoria dei due Comuni (Contarina e Donada) dalla cui fusione è nato Porto Viro.

GONFALONE

Drappo giallo, riccamente ornato di ricami d’argento e caricato dallo stemma sopra descritto con la iscrizione centrata in argento, recante la denominazione del Comune.
Le parti di metallo ed i cordoni saranno argentati. L’asta verticale sarà ricoperta di velluto giallo, con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri tricolorati dai colori frangiati d’argento.

TITOLO DI CITTÀ

Con Decreto del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in data 12/11/2001, su proposta del Ministro dell’Interno on. Claudio Scajola, è stato concesso al Comune di potersi fregiare del TITOLO DI CITTÀ.

Si riporta l’estratto della delibera consiliare n. 82 dell’11/12/2000 con le argomentazioni e motivazioni illustrate dal Sindaco Doriano Mancin.

“L’ordinamento delle Autonomie Locali prevede che il Titolo di Città possa essere concesso ai Comuni insigni per ricordi, per monumenti storici e per l’attuale importanza. In base a queste caratteristiche, si ritiene che il Comune di Porto Viro abbia i requisiti per potersi fregiare del Titolo di “Città”, soprattutto in ordine all’importanza attuale nonché ai ricordi e alle bellezze naturali del territorio, assimilabili a monumenti storici. Le vicende del nostro territorio sono note a tutti, ma ritengo opportuno ripassarle insieme per comprendere le ragioni che sono alla base di questa volontà di poterci fregiare del titolo di “Città” che, a mio avviso, ci spetta di diritto, proprio per la storia di questo territorio, passata ed attuale, e delle sue genti, unite, divise e poi riunite ancora per affermare la loro unica identità, imprenscindibile dai ricordi comuni e dal territorio.

Un territorio che deve la sua attuale conformazione al cosiddetto “Taglio di Porto Viro” realizzato nel 1601/1604 per deviare le acque del fiume Po delle Fornaci, oggi Po di Venezia, al fine di preservare dall’interramento la laguna veneta e che da desolato acquitrino paludoso e malarico si è trasformato, grazie all’intraprendenza delle sue genti, nell’attuale paesaggio che tutti possiamo ammirare e godere.

Già nel 1929 le comunità di Contarina e Donada furono unificate nel comune di Taglio di Porto Viro, poi nel 1932 il Comune prese il nome di Porto Viro per lo scorporo di una parte del territorio. Questa unificazione fu voluta da donadese ammiraglio Arcangeli, che ne fu il primo Podestà, per creare un forte Comune nel Delta del Po, in contrapposizione ad altre forti realtà comunali, al fine di creare maggiori opportunità economiche. Infatti a seguito dell’unificazione Taglio di Porto Viro divenne il Comune più popoloso del Basso Polesine e ciò avrebbe consentito maggiore attenzione dallo Stato. A queste nuove opportunità rappresentate dal Comune di Taglio di Porto Viro furono però motivo della sua soppressione voluta da Podestà Marinelli di Adria che, temendo un danno per l’economia adriese, si attivò per la separazione che avvenne nel 1938. Da allora i due Comuni, pur divisi istituzionalmente, di fatto hanno continuato a costituire un tutt’uno essendo difficile distinguere i due territori e le comunità.

Quando nel 1995 intervenne l’unificazione, e questa volta non per una volontà istituzionale calata dall’alto, ma solo per libera scelta referendaria dei cittadini, è stato come riprendere un cammino interrotto da eventi avversi. La consapevolezza che una comunità più forte avrebbe ovviato alle carenze, qualità dei servizi, e sviluppo economico, è stata recepita in tutta la sua portata dai cittadini che hanno risposto in maniera massiccia all’unificazione. A distanza di cinque anni, possiamo essere orgogliosi del nostro comune per gli importanti risultati raggiunti, per l’interesse nazionale e regionale che abbiamo registrato per essere stato il primo comune in Italia ad avvalersi delle disposizioni dell’art. 11 della legge 142/90 di riforma delle Autonomie Locali, recependo gli indirizzi del legislatore per un moderno ente Locale e per aver superato con competenza le innumerevoli problematiche che l’unificazione ha comportato, con cittadini che chiedono servizi qualitativamente migliori e con un apparato burocratico moderno ed efficiente. Questa scelta è valsa al Comune di Porto Viro di far parte, quale membro di diritto, al Consiglio Nazionale dell’Anci, a dimostrazione dell’importanza acquisita a livello nazionale. Infine il prossimo anno ricorrerà il cinquantesimo anniversario della disastrosa alluvione del 1951 e ritengo che ottenere il titolo di Città sia la massima onoreficenza per ricordare degnamente quell’evento calamitoso che così duramente ha segnato il nostro territorio e la vita delle nostre genti, ma che ora ci vede il Comune più significativo del Basso Polesine, per densità demografica, per posizione e per opportunità di sviluppo soprattutto. Gli anni successivi all’alluvione hanno visto l’intensificazione della massiccia emigrazione verso il cosiddetto “Triangolo Industriale”: nel 1951 la popolazione era di circa 21.500 abitanti ma l’esodo, che si è fermato alla fine degli anni 60, l’ha ridotta nel 1971 a circa 13.000 abitanti e poi ha cominciato lentamente a crescere per arrivare agli attuali circa 14.500 abitanti. Queste vicende ed eventi del passato costituiscono una storia particolare che non deve essere dimenticata per dare orgoglio e dignità alle genti portoviresi, da sempre costrette a lottare per la salvaguardia della loro identità. Infine voglio ricordare che, ai fini monumentali, nel territorio esistono costruzioni risalenti al 1600 e soggette a tutela architettonica (chiesa di Cà Cappello e la corte seicentesca, chiaviche a testimonianza dell’ingegneria idraulica ottocentesca, Villa Carrer costruita nel 1500 come azienda agricola da nobili veneziani, ecc.) ma vi sono anche zone soggette a tutela ambientale quali le dune fossili di Contarina e Donada e le lagune, golene e valli tra il Po di Levante e il Po di Venezia che sono stati riconosciuti con direttive comunitarie “zone di protezione speciale e patrimonio dell’umanità” per la loro unicità. Invita pertanto il Consiglio a deliberare in merito, considerato che ricorrono i presupposti affinché il Comune si possa fregiare del titolo di “Città”.

IL CONSIGLIO COMUNALE

Sentita la relazione del Sindaco e la discussione che ne è seguita:

Ritenuto che ricorrano i presupposti previsti dall’art. 18 del TUEL 267/2000 per inoltrare al presidente della repubblica domanda di concessione del titolo di Città secondo le motivazioni riportate nella relazione del Sindaco e precisamente in merito:

  1. all’attuale importanza del Comune a livello nazionale per essere stato il primo in Italia a sorgere a seguito della fusione di due comuni ì, cogliendo le indicazione contenute nella ex legge 142/90 di riforma delle autonomie locali e diventando a tal fine punto di riferimento per altre analoghe iniziative;
  2. per la propria storia, passata e recente, che onora la cittadinanza, come riportato in premessa;
  3. per i beni architettonici presenti e le bellezze naturali ed ambientali tali che alcune aree comunali, per la loro unicità e rarità, sono state dichiarate “Patrimonio dell’Umanità”;

Visto l’art. 18 del D. L.vo 267/2000 “Titolo di Città” e l’art. 191 lett. F) del R.D. 07/06/1943 recante “Regolamento per la Consulta Araldica”
Atteso che, ai sensi dell’art. 49 – c.1 – del D. Lgs. 18 agosto 2000 n. 267, sulla proposta della presente deliberazione sono stati acquisiti i previsti pareri favorevoli di regolarità tecnica del responsabile del Servizio Affari Generali e di regolarità contabile del Responsabile dei servizi finanziari.
Con voti unanimi favorevoli espressi per alzata di mano dai 19 Consiglieri presenti e votanti;

DELIBERA

1) di approvare la relazione del Sindaco e la premessa che formano parte integrante del presente dispositivo ai fini della concessione del titolo di “Città” ai sensi dell’art. 18 del D.L.vo 267/2000;2) di incaricare il Sindaco di inoltrare a tal fine istanza a S.E. il Ministro dell’Interno affinché proponga a S.E. il Presidente della Repubblica la concessione del titolo di “CITTA’ DI PORTO VIRO”, per le motivazioni riportate in premessa;3) di demandare altresì al Sindaco quanto altro necessario per la definizione della pratica.

 

Pagina aggiornata il 14/10/2024

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