Un’esperienza da vivere come un’immersione perché in varie zone di Porto Viro ci si muove sotto il livello del mare! Un sorprendente itinerario di cinque tappe in luoghi dove a fare la storia è soprattutto l’opera dell’uomo sulla natura e non tutto è semplice e lento come sembra a prima vista. Su queste strade poco trafficate il rombo di un’Alfa Romeo 20-30 ES, un’auto guidata anche da Enzo Ferrari, avvertiva del passaggio della Baronessa Maria Antonietta Avanzo, nata Bellan, un’icona dell’emancipazione femminile, prima pilotessa d’Italia, l’orgoglio di quella che dal 1995 è anche formalmente una sola comunità chiamata Porto Viro, unione di Donada e Contarina secondo la volontà espressa dalla popolazione con apposito referendum. In piazza Matteotti un murale rappresenta Donada e Contarina con due donne davanti ad un un libro, unite in un unico sguardo. Porto Viro è ovviamente anche Delta del Po, dove “la terra non comincia e il mare non finisce”, a conferma del fatto che dietro un’apparente semplicità, questi luoghi hanno una complessità da scoprire, immergendosi.
Un tuffo nel verde
A nord del centro urbano si estende la Pineta di Fornaci, il più grande polmone verde di Porto Viro, caratterizzato da dune fossili, cioè formazioni sabbiose modellate dall’azione del vento in prossimità di antiche linee di costa. Si definiscono “fossili” perché non sono più attive, non sono più influenzate dai processi eolici e marini che le hanno create. La loro presenza indica che la linea di costa è avanzata notevolmente verso est a causa dell’accumulo di sedimenti fluviali del Po. I pini marittimi e domestici che costituiscono la maggior parte della pineta sono stati piantumati a partire dai primi anni del Novecento e soprattutto negli anni 40 e 50.
È un’importante area di biodiversità, tanto da essere stata classificata come Sito di Importanza Comunitaria (SIC), cioè parte della Rete Natura 2000, un sistema ecologico di aree protette istituito dall’Unione Europea per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciate o rare, a livello comunitario.
Nel tempo si è assistito ad un progressivo diradamento dei pini che ha lasciato spazio a elementi autoctoni come la farnia, il leccio e la roverella. Piante e arbusti tipici delle dune sono: pungitopo, biancospino, carpino bianco, asparago pungente, alloro, olmo campestre, frangola, acero negundo e lantana. Tra i fiori i più pregiati solo alcuni tipi di orchidee e la Centaurea tommasinii. Per quanto riguarda la fauna si possono ammirare vari mammiferi, rettili, anfibi e uccelli. In particolare, ci si può imbattere in ramarri, lucertoloni, biacchi, volpi, lepri, ricci, faine, donnole, scoiattoli, talpe e i pipistrelli. Tra gli uccelli che qui nidificano vi sono picchi rossi maggiori, rigogoli, gruccioni, upupe, ghiandaie, cuculi, tortore selvatiche, gufi, colombacci, succiacapre e civette.

Porto Viro monumentale
Con i suoi 63 metri di altezza l’imponente campanile attiguo alla chiesa della Visitazione di Maria è il più alto del Polesine orientale. L’originale era dell’Ottocento, colpito da un fulmine nel 1922, è stato ricostruito nel 1927 con una forma che ricorda San Marco a Venezia.
La chiesa più antica di Porto Viro è quella di San Bartolomeo in piazza Matteotti, edificata a partire dal 1726, arricchita nel 1787 con l’installazione di un organo di Gaetano Callido.
Notevoli anche il fonte battesimale marmoreo (sec. XVIII) e la statua lignea del Patrono (sec. XVII) in nicchia, mentre risalgono al 1829 dagli affreschi sulla volta del soffitto (Nascita e Martirio di S. Bartolomeo a figure monocrome e Gloria di S. Bartolomeo in policromia).
A pochi passi dalla chiesa si può ammirare Villa Contarini-Carrer, la più antica di Porto Viro, costruita nel XVII secolo dalla nobile famiglia veneziana dei Contarini. A questi si deve anche la costruzione della prima chiesa di Contarina, risalente al XVI secolo e devastata all’inizio del secolo successivo da un’esondazione del Po. Al suo posto viene edificata l’attuale chiesa di San Bartolomeo in stile neoclassico. Merita una visita anche l’ex macello di via Navi Romane, risalente ai primi del Novecento e oggi sede della biblioteca comunale.
Un’unione chiamata Porto Viro
È con l’avvento della Repubblica di Venezia, nel XII° secolo, che nascono Donada e Contarina, dai cognomi dei nobili veneziani Donà e Contarini concessionari di terre da bonificare. Con Regio Decreto nel 1928 le due realtà vengono unite per dare vita al comune di “Taglio di Porto Viro”. Il nuovo comune assume il nome di “Porto Viro” nel 1932. Testimonianza più evidente del periodo è il municipio eretto in quella che oggi è Piazza della Repubblica. Nel 1938, però, ancora per motivi politici e con atto unilaterale, il giovane comune viene smantellato. Solo con il referendum consultivo del 12 giugno 1994 viene finalmente realizzata la volontà popolare di vedere unite Donada e Contarina in un solo comune chiamato Porto Viro.
Quel giorno oltre l’80% degli elettori vota a favore della fusione, sancita poi con Legge Regionale 14 settembre 1994, n. 49 e sua applicazione dal 1° gennaio 1995.
La tradizione vuole che dietro all’unione del 1928 ci sia stata la mano di un importante personaggio locale, l’Ammiraglio Luigi Arcangeli, che avrebbe immaginato un grande centro urbano nel cuore del Delta. Dal 12 novembre 2001, grazie al decreto del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, Porto Viro può fregiarsi del titolo di città: il riconoscimento ad una comunità che ha superato anche la devastante alluvione del 1951 e oggi è il terzo comune della provincia di Rovigo per popolazione. Questa piazza, intitolata ai caduti triestini, testimonia la solidarietà dimostrata allora dalla città di Trieste nella ricostruzione di Donada e Contarina. In questa zona è sorto il “Villaggio San Giusto” e al patrono della città giuliana sono dedicate la chiesetta sulla parte est della piazza e la pineta a ovest.
Il taglio che cambia il Delta
Tra il 1600 e il 1604 la Repubblica di Venezia realizza una grande opera idraulica per deviare il corso principale del Po più a sud, lontano dalla Laguna di Venezia ed evitare così l’interramento causato dai sedimenti fluviali. Il progetto, conosciuto come “il taglio di Porto Viro” prevede lo scavo di un nuovo alveo artificiale di circa 7 chilometri per portare le acque del grande fiume da Cavanella Po (Porto di Loreo) verso la Sacca di Goro. Si formano così nuove terre strappate al mare, che, una volta bonificate, diventano preziose per l’agricoltura, in particolare la cerealicoltura.
Il nuovo assetto idrografico influenza anche le lagune e le valli da pesca, con la creazione di nuove aree di transizione tra acqua dolce e salmastra, essenziali per l’allevamento ittico. Venendosi a trovare sul ramo principale del Po, gli approdi fluviali di Donada e Contarina assumono un’importanza strategica per i trasporti e i due centri fanno registrare un notevole incremento demografico. In Piazza Matteotti il comune di Porto Viro ospita il Centro Visitatori del Parco Naturale Regionale del Delta del Po, luogo ideale per chi vuole approfondire l’evoluzione di quest’area, in particolare attraverso un enorme diorama che riproduce il delta.
Maria Antonietta, la prima
Maria Antonietta Avanzo, nata Bellan nel 1889, è sicuramente la personalità più importante nata e cresciuta in questo territorio, prima donna a correre gare automobilistiche, a competere in un ambiente rigorosamente maschile. La famiglia ha una casa in via Marconi e una tenuta in località Villaregia. La sua determinazione si palesa già da ragazzina, quando si prende la libertà di salire sull’automobile del padre e di scorazzare da sola per le strade del paese. Il genitore non la ostacola. Dopo il matrimonio con il barone Eustachio Avanzo viene soprannominata “Baronessa” e si trasferisce a Roma. Per farla sentire a casa, il marito le regala una Spa 35/50 Sport, auto con la quale nel 1920 corre la sua prima gara, il Giro del Lazio.
L’abilità di Maria Antonietta al volante è “scomoda”, tanto che la pilotessa sarebbe vittima di numerosi episodi di sabotaggio ai danni delle sue vetture. Tra i presunti sabotatori il più illustre sarebbe Enzo Ferrari, all’epoca pilota e compagno di scuderia della Baronessa. Di sicuro c’è che anche il futuro fondatore del Cavallino Rampante riconosce pubblicamente l’abilità della Avanzo al volante. Maria Antonietta sfida infatti i campioni dell’epoca e nel 1921 dà del filo da torcere all’astro nascente Tazio Nuvolari sul Circuito del Garda piazzandosi al terzo posto. In quell’occasione incontra Gabriele D’Annunzio, con il quale avvia una lunga corrispondenza. Il Vate la soprannomina “Nerissa”, per quegli occhi e quei capelli così scuri. Nel 1928 partecipa alla Mille Miglia alla guida di una Chrysler 70. Conclude la carriera con un sesto posto alla Tobruk-Tripoli del 1939, al volante di una Fiat 1100 MM. Muore nel 1977 a Roma.
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Punti di interesse
- UN TUFFO NEL VERDE: all’incrocio tra via Mantovana e via Cao Marina (imbocco sud della pineta Fornaci)
- PORTO VIRO MONUMENTALE: piazza Marconi a Donada
- UN’UNIONE CHIAMATA PORTO VIRO: piazza Caduti Triestini (via Mazzini )
- IL TAGLIO CHE CAMBIA IL DELTA: lungo il fiume Po
- MARIA ANTONIETTA, LA PRIMA: casa baronessa
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Pagina aggiornata il 15/07/2025